Arte – fatto?

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Si vive, non in maniera infrequente, con la convinzione che l’arte non esista e che la si debba creare, con un qualcosa in più rispetto a quello che normalmente c’è  (gia) e così si diventa artefatti.

Purtroppo non c’è una cura ma i sintomi sono molto chiari; a dire il vero, spesso avviene anche per contagio.

Il primo sintomo è il sentirsi inadatto, che è cosa ben diversa dal disadattato; vorrei citare Cugia per spiegare cosa sia il disadattato o per rispettare una gerarchia temporale dovrei citare Sciascia ma non lo farò e dirò quella che è la differenza per me. Il disadattato è colui che un tempo e per un certo tempo è stato e si è sentito non adatto a un qualcosa o a un qualcuno: il disadattato è intelligente perche la sua condizione è il frutto di una scelta e di una convinzione, quella di dire che quel qualcuno o quel qualcosa non gli appartiene,  non ci si sente e, così, se ne va col fagotto di Calimero. Si, va via col fagotto perché li dentro c è quello che quel qualcosa o quel qualcuno gli hanno lasciato e che gli servita lungo la via dell’abbandono e nelle lande lontane. Il disadattato non rinnega e non dimentica, mai. L’inadatto invece è altro ed è una brutta storia: è colui che prima ancora di conoscere e sperimentare qualcosa o qualcuno sa o meglio assiomizza, sulla base di proprie convinzioni prive di riscontro, che a quel qualcosa o a quel qualcuno non è adatto. L’inadatto nasce così non ha una sensazione del ripudio di cui è convinto; l’inadatto è il vigliacco per l’eccellenza ed è destinato alla ignoranza. Il disadattato cresce, l’inadatto, al 99% dei casi, si pente.

Dicevo, il considerarsi inadatti è un sintomo dell’essere e del vivere artefatti. Perché si escludono dalla vita una serie indefinita e potenzialmente infinita di elementi, che – come tutto nel mondo – sono arte e che quindi si è costretti a creare, con finzione.

L’artefazione è quella brutta storia che ti fa studiare davanti allo specchio il discorso da fare alla persona giusta per te – che in precedenza è stata scrutinata e valutata più attentamente di come si viviseziona l’ultimo esemplare di animale rimasto sulla terra – o che ti fa pensare più ai contro che ai pro di ogni cosa, questo perché il pro ha una forma d arte potenziale che non sai riconoscere mentre il contro, beh, basta e avanza. Così si è artfatti quando in treno non si coglie la preziosità di poter essere ladri di sguardi, tradizioni, costumi, risate.

Semplice così dirvi che l’altro sintomo è la paura; ma non ve lo spiego, perché può facilmente comprendersi.

L’artefatto per me è Dorian Gray, il disadattato? Rosso Malpelo.

Ho pensato di scrivere oggi queste cose perché oggi è Halloween e gli artefatti potranno essere in ottima compagnia.

 

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