Finestra è…

curiosità;
il desiderio di suscitare curiosità;
timidezza;
paura;
riserbo;
apertura;
ordine;
disordine;
precisione;
caos;
buio;
luce;
ombra;
segreto;
speranza;
buongiorno;
buonanotte.

 

La finestra è tra quelle cose che raccontano molto delle persone; io, guardando le finestre – che siano di un museo, di una casa, di un palazzo non identificato, di un scuola, di un luogo disabitato – faccio un gioco. Immaginare la vita di chi è dentro, indovinandola attraverso la sua finestra.

So che, probabilmente, ogni appartamento ha più di una finestra e, magari, sullo stesso versante d’affaccio due finestre appartengono alla stessa persona, ovvero a più persone, se maggiori sono gli inquilini di un appartamento o di una casa: ma non importa, perché per me a ogni finestra (non anonima, intendesi) corrisponde una persona, che ne è proprietaria..o viceversa. Importante precisazione è che le finestre, per me, non hanno tapparelle.

E mi immagino chi, in una domenica pur soleggiata e promettente, nel tepore settembrino, decide di essere pigro; tale sarà anche la sua finestra. Un risveglio lento, l’alzarsi scalzo e lasciare socchiusa la persiana, così che entri solo un filo di luce. Quel filo che proietta una nitida linea sul lenzuolo, in cui rimanere adagiati senza far alcunché, senza che nemmeno tutta la luce che c’è fuori possa rendere coscienti di quel che succede all’esterno, del fatto che il sole è forte e le persone andranno al mare, che i turisti imperterriti continueranno a fare file sfiancanti con crema solare ben applicata, che i bambini andranno al parco e strizzeranno gli occhi cercando di vedere dove è finita la palla con cui stanno giocando.

E mi immagino chi compra ogni giorno, od ogni due giorni, dei fiori freschi da mettere in un bel vaso, posato sul davanzale affinché chi passa lo ammiri. A seconda dei casi vi poggerà, accanto, una tazza da tè e un libro, a far capire che ogni tanto anche lui/lei si mette seduto, accanto alla finestra, per vedere quel che accade al di là; ma al di fuori di quei momenti, la sua vita è e rimane sua, personale e riservata, immaginabile solo dal fiore, che un giorno è una rosa, un altro un tulipano. Un giorno sfiorito, un giorno ancora con boccioli chiusi.

La finestra cui ci si affaccia in preda a paturnie, come Holly Golightley in “Colazione da Tiffany”; quella che di notte si controlla sia chiusa bene in inverno, che si è in dubbio di chiudere o socchiudere quando inizia il fresco di fine estate, quella che si lascia spalancata nel torrido agosto. Quella finestra aperta perché “così cambia l’aria”, “si crea corrente”; chiusa “perché ora mi devo cambiare”, “perché entrano le zanzare”.

La finestra è l’IO più vero, quello che c’è e ti dà sicurezza, con cui convivi senza averne coscienza; è il LUI/LEI nella mente e negli occhi degli estranei che ci passano davanti, o la fissano con gli occhi in alto, dimenticando che anche loro, che ognuno di noi, ha la sua finestra.

 

 

 

 

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